Maria Teresa “Sissy” Trovato Mazza, tentato suicidio o un nuovo caso di femminicidio?

Sissy Trovato Mazza non era depressa Con il trascorrere delle ore paiono farsi spazio ipotesi diverse dal tentato suicidioE’ di questi giorni la vicenda che vede disgraziatamente coinvolta Maria Teresa Trovato Mazza, una giovane ragazza di 28 anni di Taurianova (RC), che attualmente lotta tra la vita e la morte per esser stata raggiunta alla testa da un colpo di pistola.

Chi mi conosce, sa benissimo che non mi piace espormi su casi di cronaca, specialmente sotto l’aspetto di opinionista, ma questo mi tocca particolarmente, per tre motivi: uno, la ragazza è di Taurianova località a me a cuore, non distante dal mio paese nativo. Due, prestava servizio a Venezia, e quindi a neppure trenta chilometri da me. Tre, i risvolti della vicenda sono misteriosi, e per chi come me si occupa di investigazione (anche se digitali…) accende una certa curiosità.

Ma facciamo un po di chiarezza.

E’ il primo Novembre, quando leggo un articolo sul “Il Gazzettino” (Articolo) di una giovane agente di Polizia Penitenziaria che ha tentato il suicidio all’interno di un ascensore dell’Ospedale di Mestre, da li apprendevo delle sue origini, molto vicine alle mie.

Nel susseguirsi delle ore, nell’assoluto silenzio dei media nazionali, continuo a leggere di ipotesi legate ad un probabile stato di depressione della giovane “Sissy” per gli amici.

Eppure leggendo le dichiarazioni dei genitori, e la possibile ricostruzione della dinamica, qualcosa accende in me la curiosità dell’investigatore.

Tuttavia trovo utile, nel mio piccolo, cercare di aiutare -anche solo per una voce di vicinanza alla famiglia- con alcuni spunti di riflessione, e premetto doverosamente, che confido nel lavoro della Procura e degli investigatori, sicuro che nulla sarà lasciato al caso, specie sotto l’aspetto tecnico-scientifico.

Attualmente gli investigatori ipotizzano, che si tratti di un tentato suicidio che, dato anche il lavoro della giovane Maria Teresa, porta gli inquirenti a muoversi nel più cauto riservo ed a non trascurare nessuna pista.

E’ una prassi tecnica, e dovuta, quella di indagare per “tentato suicidio” sino a quando non vi siano elementi tecnico-scientifici che portino l’Autorità Giudiziaria a dover indagare verso ignoti (o noti).

E’ comunque facoltà della famiglia dotarsi di un proprio legale di fiducia che li assista, ed in continuo aggiornamento con l’Autorità Giudiziaria  riferisca o suggerisca nuove piste su cui indagare, nell’ottica della miglior collaborazione con il fine di scoprire la “verità” (solo per citare un caso, quello di Marianna Cendron, tutt’ora irreperibile).

Adesso, da tecnico, vorrei analizzare alcuni aspetti tecnico-investigativi, che potrebbero aiutare a capire quali sono le piste scientifiche che gli investigatori adesso, in una lotta contro il tempo, si troveranno a dover affrontare.

1) DINAMICA
Potrebbe avvenire lo studio, tramite fonti testimoniali o elementi probanti (telecamere di sorveglianza, SMS, Telefonate etc.) per ricostruire i minuti immediatamente precedenti il fatto;

2) SCENA DEL CRIMINE
Potrebbe essere studiata la scena del crimine, in questo caso un ascensore, che potrebbe fornire utili elementi sulla presenza o meno di altre persone.
Nello specifico dovrebbero:
Studiare le traiettorie ed il posizionamento dell’arma (se compatibili o meno con l’esplosione del colpo);
Rinvenire le tracce di polvere da sparo sul corpo della vittima, specificamente nelle mani;
Rilevare le impronte digitali presenti sull’arma;
Studiare gli schizzi di sangue all’interno dell’ascensore (la presenza di buchi, porterebbe ad ipotizzare nella presenza di altre persone nell’ambiente)
La visione, per i minuti immediatamente precedenti e successivi, delle telecamere di sorveglianza dell’ascensore (se dotato) o dei locali che portano ad esso, alla ricerca di immagini di interesse (ricordiamo che le telecamere hanno un ruolo chiave nelle investigazione, ma bisogna acquisirne copia nel più breve tempo possibile onde evitare cancellazioni da sovrascrittura.);

3) ANALISI DEL PROFILO
Potrebbe essere analizzata la vita privata della povera Maria Teresa, tramite l’analisi del suo telefonino, del computer (di casa e lavoro), di manoscritti, di movimenti di conto corrente e dall’ascolto di colleghi, amici e familiari per tracciare un profilo della vittima;

4) MOVENTE
Una volta ottenute esaurienti informazioni dai punti precedenti, gli esperti potrebbero essere già in grado di poter individuare il movente, qualunque esso sia…

Analizziamo, per quanto appreso dalla stampa le dinamiche, e poniamoci ulteriori quesiti:

1) Maria Teresa, non doveva essere lì quel giorno, ha praticato un cambio turno con un collega per quel servizio.
Chi era a conoscenza di questo cambio turno? Se non fosse un tentato suicidio, potrebbe esserci stato uno sbaglio di persona?

2) Il locale in cui aveva svolto il servizio di scorta ad una detenuta, all’Ospedale dell’Angelo, si trova in un piano rialzato rispetto al piano terra.
Che motivo aveva una ragazza atletica, come lei, a prendere l’ascensore per fare pochi gradini?

3) Maria Teresa, è destrorsa, porta la fondina dell’arma sulla destra, ma il foro di ingresso dello sparo è a sinistra.
Già questa, se confermata, è una dinamica bizzarra, perché impugnare l’arma, presa con la mano destra e poi passarla nell’altra mano per esplodere il colpo?

Dalla lettura delle dichiarazioni, però, si legge di una ragazza solare e sportiva, che svolgeva mansioni amministrative a lavoro, che voleva godere a pieno della sua vita, crescere umanamente e professionalmente, proprio per questo, si era appena iscritta all’Università.

Queste sono già di per sé sufficienti motivazioni a non credere al suicidio.

Ricordiamo che come appartenete al corpo di Polizia Penitenziaria, e quindi utilizzatori di armi, sono obbligati a periodiche e scrupolose visite mediche psico-attitudinali volte a scoprire depressione o malessere, proprio per non essere un rischio per sé stessi e gli altri.

Bisognerà indagare ancora molto su di Lei, sulle sue frequentazioni personali, su eventuali storie d’amore.

Ecco, questo è uno dei punti chiave,  se Maria Teresa avesse rifiutato o chiuso una relazione sentimentale? A questo punto ci si potrebbe trovare difronte all’ennesimo caso di femminicidio.

Per questo è fondamentale non trascurare alcun aspetto ed indagare nella più assoluta serenità e nel rigore scientifico, facendo squadra tra gli investigatori e la famiglia.

Intanto preghiamo in un miracolo ed al risveglio di Sissy, e sii come tutti noi Calabresi, testarda nel raggiungere i tuoi obiettivi di VITA.

In bocca al lupo Sissy.