Caso Yara/Bossetti – La [non] nomina dei nuovi consulenti

ygmgbAhhh, cosa non si è disposti a fare pur di avere un minuto di notorietà. E’ di queste ore la notizia diffusa da importanti testate giornalistiche, come l’Ansa e il Giornale, ripresa dal settimanale “Oggi”, dell’ingresso nel pool difensivo di due nuovi consulenti.

Bhe facciamo subito chiarezza, da Consulente nominato -quale sono- dalla storica e attuale difesa di Massimo Giuseppe Bossetti, gli Avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini ed in sinergia con essi,  rassicuro che non è stato nominato alcun nuovo consulente oltre a quelli già noti.

Tuttavia è sempre doveroso pesare il valore delle notizie che vengono pubblicate. In questo caso non ritengo si sia trattato di sciacallaggio mediatico, ma di intervista, venduta come scoop, ad hoc con la sola volontà di cercare il lancio mediatico, non necessariamente pubblicitario.

Ad oggi non si conosce ancora il nome di questi due consulenti, che vogliono rimanere nell’anonimato…a qual fine poi?

Tutti quanti i membri effettivi del pool difensivo ci han messo la faccia ed il nome, nelle proprie relazioni e nelle testimonianze in aula durante lo svolgimento del processo di primo grado. Un processo lungo, difficile, pieno di atti (ben oltre 100.000 pagine) e di principi scientifici di davvero difficile comprensione e più volte banalizzati in salottini TV.123 Noto come dopo la pubblicazione delle 153 pagine di motivazioni, si sia aperto un mondo di esperti, consulenti tecnici e super investigatori, ma ricordo che le motivazioni di una sentenza non sono scritte da tecnici, ma da Giudici che si sono fatti una propria idea su argomentazioni tecniche, dinamiche e moventi… ma non voglio addentrarmi sulla discussione delle motivazioni, che tutto il pool difensivo sta già studiando in vista del processo di appello.

Un’altra cosa importante da ricordare per il pubblico che non ha seguito il processo dal vivo, ma solo tramite media -che nel tempo si son schierati-, gli atti ed i verbali di udienza -ovvero tutto ciò di cui si è detto al microfono difronte la Corte- non sono disponibili al pubblico, e sono stati segretati -per volere della Presidente della Corte- sino al terzo grado di giudizio, ovvero la Cassazione… pertanto nessun altro soggetto oltre alla Procura, i Giudici, le parti civili e la difesa ha a disposizione verbali e documentazione tecnica ed investigativa, su cui poter criticare strategie, metodologie e risultanze.

Quindi mi pongo una domanda, come hanno avuto visione del materiale processuale questi sedicenti consulenti che in forma anonima criticano -positivamente o negativamente poco importa- l’operato della Difesa, lanciando sui media informazioni (o disinformazione) e ipotesi del tutto azzardate ?

Siccome nella dettagliata intervista al settimanale “Oggi” i consulenti parlano anche di celle telefoniche e tabulati -materia da me seguita all’interno del pool- mi domando come possano aver avuto visione degli oltre 5 GigaByte integrali di dati inerenti celle e tabulati (parliamo di ben oltre 6.000.000 di righe di dati) ed effettuare delle illazioni sul metodo usato dalla Difesa. Anche in questo caso ricordo che nella fase del processo di primo grado, non compete alla difesa svolgere indagini ad ampio spettro alla ricerca dei colpevoli, ma indagini difensive di parte per l’imputato.

Vorrei chiarire un’altro concetto, che forse a tanti sfugge, in tutta questa vicenda l’imputato è Massimo Giuseppe Bossetti ed è «l’unico» in tutta questa vicenda a poter, tramite i propri legali, svolgere indagini difensive di parte, chiunque altro, se non co-imputato, non ha alcun titolo di svolgere, in completa autonomia, indagini difensive in alcuna forma, non solo per l’assenza dei requisiti oggettivi per lo svolgimento dell’incarico, ma proprio -in questo specifico caso- per la mancanza degli atti processuali su cui basare le proprie ipotesi e tesi, che qualsiasi professionista che si rispetti, solitamente, prima di esprimere opinioni o giudizi, ha la dovuta accortezza di studiare attentamente gli atti.

Altro punto da chiarire alle masse, tutto il pool della difesa ha lavorato senza pretendere e prendere un solo centesimo e senza andare in cerca della ribalta mediatica. Chiunque di noi ha partecipato nella difesa di Massimo, lo ha fatto perchè crede nell’innocenza di Massimo Bossetti e nessuno è stato obbligato, anzi, i legali Avv.ti Claudio Salvagni e Paolo Camporini, ed il coordinatore del pool Dott. Roberto Bianco, hanno fin dall’inizio invitato i professionisti coinvolti a prendere visione degli atti pertinenti al campo professionale, e se, e solo se, convinti sarebbero stati ben accetti nel pool. E scusate se poco, ma questo è stato un collante formidabile che ha creato unione tra tutti noi, Massimo e la sua famiglia, unione che ha fatto crescere la stima reciproca tra tutti i professionisti, diventata amicizia.

Chiudo invitando chiunque, a non farsi trasportare da articoli che riportano interviste a soggetti anonimi, e diffondendo il comunicato stampa ufficiale, rilasciato il 5 ottobre 2016 dai legali di Massimo Giuseppe Bossetti:

“Gli avvocati Claudio Salvagni e Paolo Camporini, difensori del Sig. Massimo Giuseppe Bossetti, in ordine all’articolo apparso sul settimanale Oggi del 12.10.2016 n.42 precisano che da parte della Difesa non è intervenuta alcuna nomina di alcun consulente diverso da quelli già noti; precisano che:
1. la descritta attività investigativa è avvenuta in maniera del tutto indipendente ed all’insaputa dei difensori e dei consulenti nominati;
2. nessuna attività di sostegno o di supporto è stata fornita dalla scrivente difesa.
Tuttavia, l’imputato ed i suoi difensori restano aperti a valutare ed eventualmente sottoporre all’autorità giudiziaria ogni nuova emergenza, purché seria, sostenibile e lecitamente acquisita, nell’intento di contribuire al raggiungimento della verità che si è convinti non sia quella descritta nella sentenza recentemente depositata.”